05/11/2007
Pubblicata una nota aggiuntiva “Donne, Innovazione, Crescita”: iniziative per l'occupazione e la qualità del lavoro femminile nel quadro degli obiettivi europei di Lisbona.

  

Nella nota si sostiene la necessità di un cambio di passo nelle politiche a favore delle donne. E questo cambio di passo significa, sostanzialmente, innalzare l’occupazione femminile, equiparare le condizioni di partenza nella società tra uomini e donne, includere la dimensione femminile in un nuovo patto intergenerazionale.

Il “cambio di passo” s’impone anche per tener conto degli attuali orientamenti della politica europea: l’UE considera di fondamentale importanza l’affermazione e lo sviluppo di politiche di genere e di pari opportunità, quali strumenti essenziali per la crescita, la prosperità e la competitività. Si sottolinea, in particolare, la trasversalità delle azioni ad esse connesse e la necessaria attenzione alla dimensione di genere in ogni fase della programmazione, implementazione e valutazione dei Programmi di Riforma Nazionale.

 

Uno degli obiettivi più qualificanti della Strategia di Lisbona è certamente quello relativo all’occupazione femminile, che dovrebbe raggiungere il 60 per cento entro il 2010.

 

L’Italia si trova largamente al di sotto dell’obiettivo finale ed anche dell’obiettivo intermedio fissato al 57 per cento delle occupate per il 2005. La scarsa occupazione femminile ha riflessi sul tasso d’occupazione dell’intera popolazione, che nel 2006 è stato del 58,4 per cento, rispetto alla media dell’Unione a 27 del 64,4 per cento.

 

Sulla base di questi dati l’Italia si trova nelle ultime posizioni in Europa.

 

La situazione è molto differenziata all’interno dell’Italia. Il Sud non si è avvantaggiato della crescita dell’occupazione femminile avvenuta a partire dalla seconda metà degli anni novanta. Dal 1993 al 2006 le occupate sono cresciute di 1.469mila unità nel Centro Nord e solo di 215mila nel Sud. Inoltre, pur diminuendo la disoccupazione nelle regioni meridionali, nel 2004 e nel 2005 sono emersi segnali negativi di aumento dell’inattività femminile che sono proseguiti nel 2006 e anche nel primo semestre 2007 con 110mila inattive in più.

 

Le donne del Sud, anche le giovani, in molti casi hanno smesso di cercare lavoro.

 

L’innalzamento del tasso di occupazione femminile è dunque una priorità su cui impegnarsi per elevare il potenziale di crescita e per garantire una più equa ripartizione delle risorse pubbliche.

 

Con la Nota aggiuntiva si sottolinea l’impegno del Governo a porre tra i suoi obiettivi la valorizzazione del ruolo femminile nel mondo del lavoro. Una vera evoluzione culturale che metta uomini e donne su un piano di effettiva parità lavorativa, ma anche familiare, avrà ricadute positive nel campo dell’economia, delle condizioni di lavoro, delle scelte come genitori.

 

Scarica qui la nota aggiuntiva

 

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