11/01/2006
Il punto sulla situazione finanziaria del FAR.

Dottoressa Nucciarelli per cominciare le faccio una domanda per orientare i nostri lettori e navigatori. Semplicemente, di cosa si occupa il suo ufficio?

Il mio ufficio si occupa, tra l’altro, della gestione contabile del Fondo per le Agevolazione alla Ricerca (FAR). Sul Fondo sono erogati tutti i finanziamenti previsti attualmente dal decreto legislativo 297/99 anche a valere sulle disponibilità del PON Ricerca, si tratta quindi sia di progetti c.d.“a tiraggio” che di progetti che approvati con il cofinanziamento comunitario. Dalla fine dell’anno 2004 svolgo anche la funzione di autorità di pagamento dei fondi comunitari. Oltre ai pagamenti sul Far il mio ufficio si occupa quindi anche dei pagamenti effettuati sui fondi IGRUE, e dei  relativi controlli previsti dalla normativa comunitaria.

Può spiegarci cosa è l’IGRUE?

L’IGRUE è l’Ispettorato Generale per i Rapporti Finanziari con l’Unione Europea, praticamente è una direzione generale del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che gestisce tutti i fondi che arrivano da Bruxelles (quota comunitaria) e quelli nazionali (quota nazionale) destinati a cofinanziare i progetti che usufruiscono del cofinanziamento comunitario.

Qual è l’attuale situazione finanziaria del FAR?

Purtroppo la situazione non è molto rosea, come le ha già detto il Dottor Cobis, soprattutto per la parte c.d. “nazionale”. Infatti per le aree territoriali al di fuori dell’Obiettivo 1, non c’è stato un adeguato “rifinanziamento” del fondo, tant’è che il Ministero, per reperire risorse, ha seguito la strada della cartolarizzazione dei crediti. All’inizio del 2004 in applicazione delle norme che prevedono la possibilità di cartolarizzare i crediti dello Stato, il MIUR ha preso contatto con il MEF, che ha diretto l’operazione, ed ha iniziato questo percorso individuando il portafoglio dei crediti FAR esistente, e sottoponendolo alla valutazione di alcune agenzie di rating. E’ stata un’operazione complessa ma anche relativamente veloce. Abbiamo infatti iniziato a lavorarci nel marzo 2004 ed a settembre abbiamo stipulato il primo contratto di cessione dei crediti ed abbiamo avuto il primo incasso sul fondo del corrispettivo previsto. Il secondo incasso lo abbiamo avuto a fine 2004 con la cartolarizzazione di un’altra piccola trance di crediti. L’operazione ha complessivamente portato nuove risorse per circa 700 milioni di euro che hanno dato un po’ di respiro al fondo.

Ma i fondi del CIPE (Comitato interministeriale per la Programmazione Economica) non hanno dato anche loro respiro al FAR?

I fondi del Cipe sono quasi tutti destinati alle aree Obiettivo 1. La cartolarizzazione ci è servita a finanziare i progetti bloccati al di fuori dell’area dell’Obiettivo 1 che erano già stati valutati positivamente dagli esperti e dal Comitato Tecnico Scientifico ma che erano in attesa di finanziamento a causa della mancanza di risorse finanziarie. Comunque  le risorse ottenute cedendo questi crediti sono state  utilizzate per finanziare anche progetti in Obiettivo 1 per il vincolo posto dal CIPE di aver utilizzato una quota delle risorse ordinarie al fine di ottenere i fondi aggiuntivi del FAS (Fondo per le Aree Sottoutilizzate).

Quindi pur avendo avuto questa boccata d’ossigeno il FAR ha ancora molti progetti in giacenza?

Sì, ci sono molti progetti che devono ancora essere esaminati. Per le aree Obiettivo 1 con gli stanziamenti messi a disposizione dal CIPE si troverà una soluzione, per le altre regioni non avendo avuto rifinanziamenti nel 2005 la situazione è più problematica. Comunque, trattandosi di un fondo rotativo ed avendo effettuato erogazioni sostanziose nell’ultimo anno, anche grazie all’utilizzo del ricavato della cartolarizzazione, forse, tra un paio d’anni, si potrebbe ripetere l’operazione. Consideri che per avere un portafogli appetibile abbiamo dovuto fare massa critica con l’analogo portafogli del Ministero delle Attività Produttive, unendo i nostri crediti FAR ai loro del FIT (Fondo per l'Innovazione Tecnologica). I titoli emessi sono stati peraltro immediatamente acquisiti dal mercato finanziario internazionale.

Quindi da questo punto di vista si è trattato di un successo indiscutibile?
 
Certamente. Però per ripetere questa operazione bisognerà aspettare almeno un paio d’anni, come le ho detto. Speriamo che nel frattempo arrivino i finanziamenti ordinari sul bilancio dello Stato.
Per venire comunque incontro ad un settore, quale quello della ricerca, strategico per lo sviluppo del nostro Paese, il c.d. decreto legge sulla “competitività” ha previsto l’istituzione di un fondo rotativo presso la Cassa Depositi e Prestiti con una dotazione molto cospicua da utilizzare per il finanziamento di progetti di ricerca presentati su settori strategici individuati nel PNR. In questo caso si è utilizzato lo strumento del bando ministeriale che ha individuato i settori strategici ed ha invitato a presentare idee progettuali sulle tematiche individuate.

Potrebbe spiegarci quale è il meccanismo attraverso il quale i fondi del FAR vengono erogati ?

Il decreto legislativo 297 prevede una serie di interventi e le relative modalità di accesso ai finanziamenti. Per quanto riguarda i progetti a sportello la domanda poteva essere fatta durante tutto l’arco dell’anno, (dico poteva perché ora è stato necessario, come le ha detto anche il dott. Cobis, bloccare il ricevimento delle domande), per altre tipologie di progetti ci sono delle scadenze temporali entro cui presentare le domande, per altri è prevista l’emanazione di apposito bando da parte del Ministero.

A questo proposito c’è la possibilità che il ricevimento delle domande venga sbloccato? 

A breve direi che non ci siano molte possibilità e comunque saranno introdotti dei paletti per l’accesso ai finanziamenti. Il Ministero per evitare di avere troppe domande senza avere adeguata copertura finanziaria sarà costretto infatti ad introdurre regole più selettive anche per il ricevimento delle domande.

Ritornando alla 297?

La 297 prevedeva la possibilità per il Ministero di decidere se effettuare la gestione diretta del FAR ovvero l’affidamento a terzi. Per una serie di ragioni, non ultima quella del risparmio, si è scelta la via della gestione diretta. Questo, tra l’altro, comporta che il mio ufficio sia responsabile della gestione di un conto di contabilità speciale aperto presso la sezione di tesoreria provinciale dello Stato di Via dei Mille della Banca d’Italia. Questo consente di avere una gestione più agile, senza il passaggio, consueto per i pagamenti effettuati  dallo Stato, tramite l’Ufficio Centrale di Bilancio. I pagamenti vengono infatti ordinati, direttamente dal titolare della contabilità speciale alla Banca d’Italia che li effettua.

Questo snellisce molto i tempi?  

I tempi medi che intercorrono dal nostro ordine di pagamento alla disponibilità effettiva in favore sul conto del creditore sono brevissimi: al massimo una settimana lavorativa.

Quanti fondi sono stati gestiti materialmente nell’ultimo anno dal suo ufficio?


Qualche centinaio di milioni (di euro naturalmente). Per una analisi più dettagliata delle erogazioni rimando ai dati contenuti nelle varie tabelle della relazione annuale sulla gestione del FAR redatta come previsto dalle vigenti normative sui fondi di rotazione e dal D.Lgs. 297/99.

Voi avete anche dei compiti di controllo sui progetti?


Sia come gestore del Far che come Autorità di pagamento facciamo il controllo della congruenza tra l’impegno assunto e l’erogazione richiesta attraverso un apposito file di controllo contabile. E’ chiaro che prima verifichiamo che esistano tutti i presupposti giuridici ed i documenti giustificativi della spesa (decreto di impegno, contratto/convenzione/disciplinare, report di verifiche di monitoraggio ecc.).
Come Autorità di pagamento, oltre a controlli a campione sulla documentazione cartacea dei progetti a disposizione presso l’Autorità di gestione possiamo anche effettuare controlli a campione, che stiamo programmando, presso gli attuatori.

 

 

di Lorenzo Pirrotta
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