12/07/2005
A Milano la terza Conferenza del Laboratorio Euro-mediterraneo

A Milano la terza Conferenza del Laboratorio Euro-mediterraneo

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Letizia Moratti, è intervenuto stamani a Milano all’apertura della terza Conferenza annuale del Laboratorio euro-mediterraneo, che ha per tema “Mediterraneo, sviluppo e integrazione”.
“Integrazione significa in primo luogo dare risposte concrete alle esigenze di settecento milioni di abitanti dell’area euromediterranea, che nel 2010 diventerà una grande zona di libero scambio”, ha detto il Ministro. “Queste popolazioni attendono però che il loro futuro di coesistenza non sia legato unicamente alle dinamiche dei mercati in fase di progressiva integrazione. A tutti loro dobbiamo offrire una prospettiva legata allo sviluppo, al benessere e alla qualità della vita così come al rispetto delle diversità culturali, alla solidarietà verso i più deboli”.
E’ per questo – secondo il Ministro – che una strategia di cooperazione culturale, tecnica e scientifica con l'area del Mediterraneo, fondata sul riconoscimento dell'esistenza di un patrimonio comune di valori, “è condizione necessaria per affrontare i problemi dello sviluppo sostenibile, delle risorse umane e dell'occupazione, dei cambiamenti demografici e sociali, delle migrazioni, dei diritti umani, della lotta alla criminalità e al terrorismo”.Le azioni promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca vanno in questa direzione: nel novembre del 2003 a Catania, nell’ambito del Semestre di presidenza italiana dell’Ue, è stato infatti avviato un processo per la costruzione dello Spazio Euro-mediterraneo di Alta formazione e Ricerca, pienamente coerente con le indicazioni della Dichiarazione di Barcellona del 1995 e della riunione dei Ministri degli Esteri Ue tenutasi il 31 maggio scorso a Lussemburgo. “Abbiamo chiamato a raccolta in quella sede i ministri e i rappresentanti del mondo accademico di ben 20 Paesi di quest’area, dalla Siria al Marocco, dall’Egitto alla Tunisia all’Autorità Palestinese, dalla Giordania a Cipro e Malta”, ha spiegato Letizia Moratti. “In tale contesto è stato riaffermato il concetto che lo sviluppo delle risorse umane e la comprensione tra le nostre differenti culture sono condizioni indispensabili per il benessere e la coesione sociale e per una coesistenza pacifica basata sul rispetto delle reciproche diversità che permetta a tutti di studiare e lavorare in un contesto multietnico, multilingue e multiculturale di pari opportunità e dignità”. “Questa premessa condivisa e soprattutto i risultati concreti che ne sono seguiti”, ha proseguito, “hanno fatto sì che, a distanza di un anno dal primo appuntamento nella città siciliana, quello che abbiamo definito “Processo di Catania” si rivelasse uno strumento di potenziale forte innovazione delle nostre politiche per l’istruzione, la formazione e la ricerca.  Oggi, infatti, grazie al contributo dei Paesi partecipanti alla prima ed alla seconda Conferenza di Catania, svoltasi nel gennaio di quest’anno, e al forte impegno delle università che hanno voluto aderire con entusiasmo a questo processo, possiamo affermare che la cooperazione interuniversitaria nell'area euro-mediterranea è una realtà”. Il network euromediterraneo di Alta formazione, ricerca ed e-learning comprende già 58 università ed enti di ricerca - 32 italiani e 26 dei Paesi del Mediterraneo – collegati in un nuovo grande partenariato che sta iniziando a mettere in rete pratiche didattiche ed esperienze di ricerca. “Altre istituzioni accademiche mostrano sempre più il loro concreto sostegno a questo grande progetto”, ha aggiunto il Ministro Moratti: “nelle scorse settimane, nel corso delle mie visite in quei Paesi, ho sottoscritto importanti accordi con i Ministri dell’Istruzione e della Ricerca di Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania”.I settori prescelti per sviluppare la cooperazione scientifica sono di assoluto rilievo e rispondono alle esigenze e alle vocazioni di ciascuno dei Paesi interessati: dalle nanotecnologie all’agroalimentare, dall'e-business management allo sviluppo sostenibile, dall'archeologia e i beni culturali allo studio dei rischi sismici. Di grande rilievo il nuovo sistema di Università Euro-Mediterranea a distanza, per capitalizzare ed estendere i risultati già ottenuti ed il consenso politico-istituzionale generato dal Progetto "Med Net'U". Grazie alle tecnologie Internet e satellitari, il progetto permetterà di accettare le iscrizioni degli studenti ai corsi di laurea a distanza realizzati con Med Net’U presso tutte le università partner, di realizzare nuovi corsi di laurea in settori come economia del turismo, management, diritto comparato internazionale, archeologia, lingua e cultura araba ed italiana, management dei servizi sanitari e della gestione del territorio, di attivare sia master in innovazione tecnologica, sia corsi brevi di formazione e riqualificazioni professionale per formatori ed insegnanti dei vari livelli nei Paesi coinvolti.  Questo sistema rappresenta oltretutto, l’unico ambiente di apprendimento a distanza nel mondo che comprenda anche la lingua araba, oltre all’italiano, all’inglese, al francese e allo spagnolo.“Ritengo che questo fatto assuma, prima di tutto, l’importante valenza di grande partenariato culturale”, ha concluso il Ministro: “il modello favorirà infatti l'accesso all'istruzione e alla formazione da parte di tutti i cittadini dell'area euro-mediterranea. Il progetto, al quale partecipano le migliori università tradizionali dei paesi del Mediterraneo, importanti enti per la formazione professionale continua e aziende tecnologiche, darà un grande impulso al processo di internazionalizzazione delle università e collocherà la nostra area alla frontiera del mondo globale nel quale si richiede una crescente integrazione tra istruzione superiore, formazione e mercato del lavoro”.

 

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