Risultati a 18 mesi

La seconda fase del progetto Placement è consistita in una rilevazione degli esiti occupazionali degli interventi di alta formazione cofinanziati nell’ambito del PON Ricerca dal FSE nelle regioni obiettivo 1 a 18 mesi dalla conclusione dei percorsi formativi. Tale supplemento d'indagine, effettuato sugli stessi soggetti già contattati nella prima fase, permette di allargare l’orizzonte temporale dell’osservazione dei percorsi di transizione al lavoro ed avere un quadro più esaustivo delle perfomance delle inziative realizzate.

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Di seguito proponiamo alcuni dati scaturiti dall'indagine a 18 mesi:

DottoratiCorsi post-laurea
A 18 mesi dalla conclusione del dottorato il tasso di occupazione dei formati è dell'83,3%, decisamente superiore al tasso di occupazione dei laureati del Mezzogiorno a 3 anni dalla laurea (59,2% nel 2004 - ISTAT, "I laureati e il lavoro", 2006)A 18 mesi dalla conclusione del corso post-laurea il tasso di occupazione è del 68,5% dei partecipanti
A 18 mesi il divario di genere nel tasso di occupazione è di circa 6 punti percentuali a favore degli uominiIl gap di genere risulta rilevante sia con riferimento ai tassi di occupazione che di disoccupazione
L’83,7% dei formati lavora in una Regione del Mezzogiorno. Si registra, dunque, una limitata mobilità geografica, che interessa il centro nord nel 12,4% dei casi e l’estero nel 3,9%Nell’82,2% dei casi i formati hanno trovato un’occupazione nel Mezzogiorno, mentre il 16,9% dei casi si sono spostati in una Regione del Centro-nord. La mobilità verso l’estero è pressoché assente
Il tipo di contratto più diffuso è quello "atipico” (*) (circa il 50%). Il 29,8% ha un contratto a tempo indeterminato e il 19,3% a tempo determinato. Si riscontra anche in questo caso un forte divario di genere: i contratti a tempo indeterminato sono più frequenti fra gli uomini (38% contro il 22,5% delle donne), mentre gli atipici sono più diffusi fra le donne (56,9% contro il 38,1%) La scelta di avviare un’attività autonoma è prettamente maschile (19,5%)Il 77,3% di chi ha trovato lavoro a 18 mesi si trova in rapporti di lavoro di tipo precario. Quasi la metà del campione, infatti, ha un contratto atipico (48,8%) e il 25,3% ha un contratto a tempo determinato. Anche per i corsi post-alurea si nota un divario di genere: l’”atipicità” del tipo di contratto risulta una prerogativa femminile, mentre la “stabilità” appartiene maggiormente al mondo maschile.
Considerando solo i lavoratori “alle dipendenze” e “atipici”, il 55,5% è inserito nell’università, seguito dal 14,8% in un’azienda privata. Gli enti di ricerca pubblici e privati coinvolgono il 10,5% degli occupati. Complessivamente il comparto della ricerca accoglie il 66% dei dottori. Il 6,5% dei dottori si inserisce in un istituto scolastico e il 6,2% in un ospedale e/o policlinico. Complessivamente il settore pubblico rappresenta il 79,8% degli sbocchi occupazionali dei dottori di ricercaIl canale di sbocco prevalente dei lavoratori “alle dipendenze” per chi ha seguito un corso post laurea è rappresentato dall’azienda privata (47,5%). Il 13,1% è occupato nella PA e l'11,6% nell’università. Da sottolineare la presenza prevalente delle donne soprattutto negli istituti scolastici (+5,2) e nelle università (+4,2). Da notare anche il differenziale di genere a favore degli uomini nell’occupazione all’interno delle imprese. Complessivamente il settore privato pesa per il 67,3% sull’occupazione totale
I dati rilevati mettono in evidenza come la percentuale di dottori di ricerca con un’occupazione con reddito soddisfacente è pari all’80,7%, a fronte del 19,3% di occupati con reddito bassoI dati relativi all’indagine a 18 mesi evidenziano una percentuale elevata di formati che svolgono un lavoro con un reddito soddisfacente (83,4%)
Il 75% degli sbocchi lavorativi offre prospettive di sviluppo elevate. Il comparto ricerca – università e istituti di ricerca - è quello che offre un lavoro con prospettive di sviluppo elevate (rispettivamente il 91,7% e il 92,4%)Gli impieghi in cui sono inseriti i formati presentano nella maggioranza dei casi (55,4%) scarse prospettive

(*) All’interno della categoria ‘atipico’ sono ricompresi i seguenti contratti: contratto di formazione-lavoro, apprendistato, collaborazione coordinata e continuativa, lavoro occasionale, lavoro a progetto, agenzia interinale, intermittente, a coppia o ripartito, associazione in partecipazione, rapporto di tipo sovvenzionato, assegno di ricerca/borsa di studio, contratto di inserimento, cassa integrazione guadagni

Transizione da 6 a 18 mesi
DottoratiCorsi post-laurea
Il tasso di occupazione è passato dal 67,1%, rilevato a 6 mesi della conclusione dei dottorati, all'83,6% rilevato a 18 mesiIl tasso di occupazione è passato dal 43,3%, rilevato a 6 mesi dalla conclusione dei corsi, al 68,5% rilevato a 18 mesi
il 73,5% dei dottori che risultavano disoccupati a 6 mesi riesce a trovare un’occupazione, ma il 20,8% permane in questa condizioneil 65,9% dei disoccupati a 6 mesi riesce a trovare un’occupazione, ma il 20% rimane ancora nella condizione di disoccupato.
la transizione dalla disoccupazione all’occupazione fra i 6 e i 18 mesi dalla conclusione dei dottorati appare più marcata per le donne (82,8%) rispetto agli uomini (58,9%). gli uomini riescono più facilmente a transitare verso un lavoro anche dopo i 6 mesi: il 97% dei maschi che risultava disoccupato a 6 mesi, trova lavoro a 18, a fronte del 62,1% delle donne
più problematica è la transizione al lavoro per chi a 6 mesi si dichiarava in cerca di un primo inserimento lavorativo: a 18 mesi il 58% risulta occupato, ma il 24% si dichiara ancora in cerca di prima occupazione, mentre il 12% risulta disoccupatomaggiori difficoltà per chi a 6 mesi si dichiarava in cerca di prima occupazione: anche se a 18 mesi il 53,1% trova un lavoro (74% uomini e 46,1% le donne), conferma la condizione iniziale il 25,4%, mentre il 15,1% risulta disoccupato

Le interviste telefoniche su cui si è basata la rilevazione dei dati sono state effettuate dalla società Format s.r.l. di Roma.

Ultimo aggiornamento: 16.06.2009
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